Auto: immatricolazioni -13% nel 2010, ripresa solo dal 2012

Nell’anno in corso il Centro Studi Fleet&Mobility prevede circa 275.000 veicoli nuovi in meno rispetto al 2009.

Per l’automotive sarà ripresa solo dal 2012.

civic_hybridRoma, Maggio 2010– A dicembre 2010 il mercato auto toccherà quota 1milione 874mila immatricolazioni (-13% rispetto al 2009) e solo dal 2012 si riavvicinerà ai livelli pre-crisi. La stima emerge da un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility.

Nell’anno in corso, in assenza di incentivi, quindi, la domanda di auto nuove si attesterà intorno al 75% di quella registrata nel 2009 (anno di crisi ma con fortissimi incentivi) e nel 2008 (anno senza crisi e senza incentivi).

Poiché a gennaio, febbraio e marzo erano ancora attivi gli incentivi che hanno prodotto 666mila immatricolazioni, la flessione del 25% si manifesterà solo nel periodo aprile-dicembre, che dunque dovrebbe generare circa 1.200.000 immatricolazioni, per un totale 2010 che dovrebbe fissarsi tra 1.850.000 e 1.900.000 targhe.

Il 2011 dovrebbe andare meglio, nel senso che la domanda dovrebbe risalire, segnando -15% rispetto ai valori 2009, ma a differenza del 2010 non ci sarà un 1° trimestre gonfiato dagli incentivi. Così, si stima che saranno immatricolate tra 1.800.000 e 1.850.000 auto. Sarà l’anno più duro, per costruttori e concessionari.
Infatti, è probabile che nel 2012 il mercato torni ad avvicinarsi ai 2 milioni, un livello ritenuto fisiologico in tempi di economia normale e senza stimoli governativi.

Queste stime riflettono un’analisi della domanda, ma non tengono conto di eventuali attività promozionali delle Case più aggressive del normale e che pure non si possono escludere, vista l’enorme pressione che le fabbriche esercitano sulle politiche commerciali.

“Come alcuni hanno sostenuto in passato”, evidenzia Pierluigi del Viscovo – Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility, il mercato auto è dato da quello che decidono di immatricolare le Case. Negli anni scorsi, questo significava ridurre il prezzo ai concessionari che immatricolavano auto a km0. Adesso, i concessionari sono nell’impossibilità finanziaria di ‘tenere alto il magazzino’ (dunque, non possono accettare elevati volumi di km0), così è probabile che le offerte vengano rivolte direttamente al cliente sul nuovo, senza trasformare le auto in km0”.

kia-picanto-bifuel1-300x182Nuovi scenari per concessionari e noleggio

Tornando alle stime sull’andamento del mercato, va specificato che per i distributori contano esclusivamente le vendite operate, che non includono le immatricolazioni uso noleggio (salvo una minima parte che sono demo e km0), in quanto queste sono frutto di una negoziazione diretta tra noleggiatori e Case e producono un margine molto basso se non prossimo allo zero.

Nel 2010 i noleggiatori dovrebbero, sempre secondo le stime del Centro Studi Fleet&Mobility, recuperare parte della forte battuta d’arresto registrata nel 2009, per attestarsi poi intorno alle 300mila unità nel 2011 e nel 2012 (ancora sotto i livelli del 2008). Quando la crisi sarà passata, lascerà infatti un sistema economico più asciutto, che funzionerà con maggiore efficienza (e anche con meno auto – soprattutto nel noleggio a lungo termine).

Dunque, al netto delle immatricolazioni uso noleggio, il mercato che si prospetta per i concessionari (nel 2009, grazie agli incentivi, hanno superato 1.900.000 immatricolazioni) per il 2010 prevede meno di 1.600.000 targhe, con un ulteriore flessione nel 2011. Solo nel 2012 potrebbero avvicinarsi a 1.700.000 immatricolazioni, soglia da molti indicata come il minimo fisiologico perché l’attuale rete distributiva regga e resti in piedi.

Molti concessionari stanno soffrendo moltissimo e qualcuno ha già dovuto arrendersi all’insostenibilità dell’equazione ricavi – costi.
“Ecco dunque che questa crisi”, osserva Del Viscovo, “rende necessaria e urgente una riflessione sulle reti distributive automobilistiche, troppo fragili per il livello fisiologico del mercato Italia nei prossimi anni. Già a cavallo del 2000 tutte le Case hanno avviato un processo di riduzione del numero di concessionarie. Non è escluso che nei prossimi anni si assista a una nuova fase di ristrutturazione, di cui però ancora non sono chiare le filosofie ispiratrici. Infatti, mentre dieci anni fa si riteneva che le concessionarie dovessero crescere per sviluppare economie di scala, oggi a fare più fatica sono proprio le concessionarie più grandi”.

“Evidentemente”, conclude il Direttore del Centro Studi Fleet&Mobility, “si tratta di fare i conti con la necessità di organizzazioni distributive più leggere, meno gravate di costi fissi (meno “salonate” – in altri termini) e più capaci di interagire con il cliente in modo telematico (web, email, ecc) ovvero di incontrarlo al suo domicilio e nei luoghi che frequenta (centri commerciali e spazi del tempo libero)”.