Il boat sharing: la barca in condivisione

Da un recente studio di UCINA emerge che il servizio può ridare slancio alla nautica e battere la crisi.

normal_pershing20115-mmp-011Navigare a tutto relax senza dover sostenere gli oneri della barca di proprietà: nessun costo per l’acquisto, il posto barca, la manutenzione e il premio assicurativo. Tutto questo è possibile grazie al boat sharing (letteralmente, “barca in condivisione”), il nuovo servizio che consente a tutti gli appassionati di dare sfogo alla propria passione per il mare contenendo al massimo la spesa.

Dopo il car sharing e il bike sharing, di cui abbiamo parlato diverse volte, arriva anche in Italia un’iniziativa già sperimentata con successo all’estero.

Non più yacht e gioielli della nautica per pochi fortunati, bensì un mezzo che viene utilizzato da più soci per alcuni periodi prestabiliti nel corso dell’anno. Un sistema di noleggio davvero conveniente per chi desidera avere sempre a disposizione mezzi sicuri e moderni, a vela o a motore, anche in tempi di crisi.

La passione per il mare è dunque più forte della crisi: accanto all’acquisto e al noleggio, la condivisione con altri “naviganti” può davvero restituire slancio ad un settore che negli ultimi due anni ha vissuto momenti molto critici. In base ad una recente indagine di UCINA – l’associazione di categoria che rappresenta l’industria nautica italiana -  commissionata nei mesi scorsi all’Ispo (l’Istituto per gli studi di pubblica opinione) il 3% degli italiani che ancora non possiedono una barca ha pensato di ricorrere al noleggio, mentre il 16% sarebbe disposto ad acquistarla, nonostante il periodo di congiuntura economica, a condizione di poterne dividere le spese con altri comproprietari.

Tenso struttura-091003_0205_IMG_3547Ma non c’è soltanto l’esigenza del risparmio, alla base di questa scelta che si appresta a conquistare un numero sempre maggiore di persone. Con il boat sharing, oltre a pagare il servizio per il solo tempo di utilizzo, si ha la certezza di trovare ogni volta un mezzo già allestito e sicuro, che non resterà abbandonato negli altri periodi ma verrà usato da altri appassionati del mare.

In che modo? Di solito ci si rivolge ad una società specializzata o un circolo nautico versando una quota settimanale o annuale: questo permette di condividere barche a vela cabinate o yacht per circa 6-8 persone (in media), alternandosi nei periodi di navigazione e dividendo le spese.

La soluzione ideale, insomma, sia per chi vuole risparmiare sia soprattutto per neopatentati o principianti della vela, che con il boat sharing hanno la possibilità di mettere in pratica quanto hanno appreso durante le lezioni, in compagnia di amici o colleghi.

I servizi compresi nel pacchetto soci sono offerti ad un prezzo anche più conveniente del noleggio, e spaziano dal rimessaggio all’assistenza 24 ore su 24 fino all’assicurazione all risk.

Senza contare che le tariffe ancora elevate del charter non permettono ai naviganti di utilizzare la barca per periodi lunghi (spesso per 1-2 settimane all’anno o qualche week-end).

Tornando allo stato di salute del settore, proprio a partire dall’aprile 2009 – periodo in cui sono state effettuate dall’Ispo le ricerche inserite nell’indagine di UCINA – l’associazione ha registrato i primi timidi segnali di ripresa, “determinati non tanto da migliorate condizioni di mercato – si legge in una nota stampa diffusa nell’ambito dell’ultimo Salone Nautico di Genova – quanto da un legame profondo con la nautica da diporto, intesa come cultura e amore per il mare e per la barca”.

Il prossimo appuntamento di rilievo è in programma il 28 e 29 maggio 2010 a Genova con il SATEC, la mega convention organizzata da UCINA per fare il punto in materia e monitorare l’andamento del mercato.