Flotte Aziendali: “mobilità elettrica al palo” Osservatorio Top Thousand: “svolta ancora molto lontana”

Nuovo studio promosso dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende sui nuovi trend della mobilità eco-sostenibile.

 

Roma, 13 febbraio 2017 – Le soluzioni di mobilità elettrica scontano oggi ancora significativi limiti nella percezione delle aziende, che le reputano meno flessibili ed efficaci rispetto a quelle “tradizionali”. I gestori delle flotte hanno però piena consapevolezza che il futuro vedrà protagonisti i veicoli elettrici, anche se non nel breve o medio termine, e a condizione di rilevanti investimenti economici (incentivi) e infrastrutturali (rete di ricarica) da parte del Governo. Progresso tecnologico, da un lato, e attenzione all’ambiente combinata con normative di limitazione della circolazione dei veicoli termici nei centri cittadini (sulla falsariga di quanto previsto per la nuova area C a Milano), dall’altro, supporteranno la definitiva diffusione dei veicoli a zero emissioni. La mobilità urbana resterà il loro ambito principale di circolazione.

Sono questi i principali risultati della seconda parte (la prima era stata presentata lo scorso ottobre) della ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica…ancora lontana”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, con il patrocinio di CEI CIVES – Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili.

 

La ricerca ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, commercio, trasporti, etc…), con oltre 52.000 veicoli aziendali complessivi e si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese. Presupposto dell’analisi è che nonostante i consistenti investimenti delle Case Auto sui veicoli elettrici (EV) e le numerose presentazioni nel corso dei principali Saloni automobilistici, l’elettrico in Italia resta oggi un business di nicchia, in cui le flotte aziendali comunque rivestono un ruolo da protagonista, pur con numeri assoluti ancora marginali. In generale, lo scorso anno in Italia è stata immatricolata appena 1 vettura elettrica ogni 10.000 auto.

 

“Le sempre più diffuse e stringenti limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel e benzina nelle nostre grandi città impongono di imprimere un’accelerazione decisiva nello sviluppo e nell’individuazione di soluzioni di mobilità a emissioni ridotte. La nostra analisi”, commenta Riccardo Vitelli, Presidente di Top Thousand, “conferma le potenzialità insite nelle soluzioni elettriche e le connaturate difficoltà che oggi vanno superate per riuscire a cogliere pienamente questa sfida tecnologica, ambientale ed economica. La strada da percorrere è ancora lunga e articolata e i gestori della mobilità aziendale sono pronti a svolgere il ruolo di apripista e disponibili a far parte di un tavolo di lavoro insieme a Case costruttrici, noleggiatori e istituzioni per agevolare la svolta elettrica”.

 

Il futuro sarà elettrico, ma solo tra oltre 10 anni
Nonostante gli attuali dati poco incoraggianti, il 57% dei Fleet Manager sostiene che le auto elettriche sostituiranno gradualmente le vetture benzina/diesel e persino le ibride, a conferma di una decisa fiducia nel progresso tecnologico (vista la cautela nei confronti degli attuali EV disponibili sul mercato).
In ogni caso l’orizzonte di realizzazione di questo nuovo scenario è decisamente lontano, perché nella maggior parte delle risposte si fa riferimento a una possibile, graduale sostituzione solo nel lasso di almeno 10 anni. Tra le precondizioni necessarie per l’evoluzione, vengono segnalate la costanza degli investimenti delle Case Auto, la volontà dei governi e gli avanzamenti tecnologici.
Più cauto è il restante 43% delle aziende che, invece, ritiene che nel futuro si produrrà una situazione mista, in cui sopravvivranno le alimentazioni classiche, seppure in proporzione minore rispetto alle ibride plug-in e alle elettriche pure.

 

Perché le aziende oggi non sono pronte per l’elettrico?
Tornando ad oggi, sono diverse le motivazioni indicate dai fleet manager per spiegare il mancato successo del connubio mobilità aziendale/elettrico. In primis, gli attuali EV non sono ritenuti efficienti per l’utilizzo privato (i fine settimana o i periodi di ferie), vista la carente diffusione della rete di ricarica e la limitata autonomia dei veicoli.
Piuttosto che “assegnarle nominativamente” ai driver, le auto elettriche vengono oggi quasi esclusivamente utilizzate in modalità condivisa: un’opportunità per avvicinare il pubblico alla guida elettrica e per creare informazione, diffondere conoscenze e abitudini. Il 72% dei gestori di parchi giudica anti-economica l’ipotesi di assegnare veicoli elettrici ai driver, riservando quelli tradizionali in pool; per gestire i picchi di richiesta l’azienda dovrebbe, infatti, a mantenere un elevato numero di veicoli in pool, con conseguente crescita dei costi

D’altro canto, le criticità risiedono anche nella mancata accettazione da parte dei driver stessi di un’auto elettrica come veicolo in fringe benefit. La fruibilità di un’auto “tradizionale” resta più semplice e questo contribuisce ad alimentare pregiudizi sugli EV da parte dei Fleet Manager, dei Driver e di tutti i “decisori” in tema di automobili, tanto aziendali quanto famigliari.

 

Il futuro ruolo dell’elettrico
Guardando al futuro, quale ruolo sono destinati a ricoprire allora gli EV?
I Fleet Manager vedono l’auto elettrica come la futura regina delle “alternative”. Per il 30% del campione sarà destinata a un ruolo centrale nella mobilità delle grandi aree urbane, mentre per il 25% avrà un ruolo di primo piano “a prescindere”, ma solo nel lungo periodo.
Interessanti anche le altre risposte espresse dal 45% degli intervistati: il 15% prevede per gli EV un ruolo accessorio (da seconda auto in famiglia), il 10% li reputa un’opzione alternativa, un altro 10% li valuta adatti a spostamenti brevi e predeterminati, il 6% sostiene che la loro diffusione massiva dipenderà soprattutto dalla volontà politica ed economica, mentre un residuale 4% li vede esclusivamente come strumento di marketing.

 

Apocalittici e integrati
Il campione delle grandi aziende si divide tra ottimisti e “scettici” sulla futura diffusione su larga scala della e-mobility. Ma quali sono le ragioni delle due posizioni in campo?

Il 70% dei fleet manager sostenitori del futuro ruolo da protagonista degli EV ritiene che la mobilità elettrica rappresenta in fin dei conti una soluzione semplice e potenzialmente economica, oltre che ecologica. Semplicità può significare standardizzazione, facilità d’uso, soluzione accessibile, tanto più che insieme ai progressi in termini di prodotto, stanno evolvendo le “piattaforme” che consentono ai fruitori di mobilità di interagire facilmente con i provider di servizi (vedi Amazon, Bla Bla Car, Uber, AirBnb, e in generale tutto il mondo del car sharing).
I restanti tre fleet manager su 10 sostengono che l’offerta di e-mobility migliorerà la viabilità.

Gli “scettici” ritengono che per vedere svolgere un ruolo centrale bisognerà prima attendere che il prodotto si evolva significativamente (52%), si sviluppino e standardizzino le infrastrutture (24%) e ci siano normative fiscalmente favorevoli verso la mobilità elettrica (24%).