La crisi del mercato dell’auto sta compromettendo il futuro della principale filiera industriale produttiva di beni e servizi nel nostro Paese.
Si tratta di un complesso di vari settori produttivi, che, fino al 2011, ha garantito:
- l’11,4% del PIL (fatturato)
- il 16,6% di contribuzione al gettito fiscale nazionale
- 1.200.000 addetti, tra diretti e indotto.
Con un PIL ridotto nel 2012 del 2,1%, una domanda interna in recessione e tuttora soggiogata dalle manovre finanziarie e tributarie adottate da metà 2011, gli indicatori dell’auto continuano a essere molto negativi e si riflettono in riduzione di gettito fiscale, nella chiusura di aziende e in licenziamenti, in un dissolvimento di realtà imprenditoriali che hanno finora generato ricchezza e lavoro.
Si tratta di una crisi senza precedenti per durata e proporzioni, che investe anche l’usato e che ha visto precipitare il mercato da 2,5 milioni (2007) a 1,4 milioni di immatricolazioni (-9% nel 2010, -11% nel 2011, -20% nel 2012). E lo scenario non presenta segnali incoraggianti neanche per gli acquisti delle società , che pure hanno sorretto il mercato negli ultimi anni (-13% nel primo quadrimestre del 2013).
Di fronte a tale contesto e dinamiche, il settore del noleggio veicoli, arrivato a rappresentare ad aprile scorso il 22% dell’immatricolato nazionale, ritiene che sia fondamentale agire con equilibrio e lungimiranza ed auspica interventi innovativi, che abbiano costi limitati per l’Erario ovvero prospettive di maggiori entrate derivanti dalla ripresa del mercato nel suo complesso. Si ravvisa la necessità di intervenire in primis, e rapidamente, sulla leva della fiscalità , individuando soluzioni concrete in grado di riattivare il mercato.
Le manovre tributarie degli ultimi 18 mesi hanno infatti aumentato oltremisura la tassazione sull’auto, deprimendo ulteriormente il mercato e raggiungendo, peraltro, risultati di gettito opposti agli iniziali obiettivi o, addirittura, causando la riduzione complessiva dello stesso gettito, come emerso dai dati tendenziali sui proventi delle imposte sui carburanti e dal minor gettito IVA stimato in 2 miliardi/anno.
L’auto aziendale: essenziale strumento di mobilità per le aziende, volano per l’economia, promotore di correttezza fiscale
Il mercato dell’auto aziendale si trova oggi in condizioni di gravi difficoltà strutturali, sottodimensionato come è a causa di un trattamento fiscale penalizzante rispetto agli altri Paesi europei, che negli ultimi mesi è diventato ancora più iniquo.
In Italia, infatti, la deducibilità è stata ridotta in pochi mesi (dalla “Legge Fornero†prima e dalla “Legge di Stabilità 2013†poi) dal 40% al 20%, mentre in ambito UE arriva fino al 100%. Per di più, le soglie di deducibilità per le auto utilizzate da imprese e professionisti sono ferme addirittura al 1997, non essendo mai state rivalutate secondo gli indici ISTAT come legislativamente previsto.
Per completare il quadro, nel nostro Paese l’IVA è detraibile solo al 40%, mentre nei principali Paesi EU la detraibilità arriva al 100%.
Anno 2013 |
||||
Paesi |
Deducibilità (in €) |
Quota ammortizzabile |
Costo ammortizzabile |
Detraibilità IVA |
Italia |
18.076 |
20% |
3.615 |
40% |
Germania |
illimitata |
100% |
illimitato |
100% |
Spagna |
illimitata |
100% |
illimitato |
100% |
Francia |
18.300 |
100% |
18.300 |
100% |
Gran Bretagna |
18.200 |
100% |
18.200 |
100% |
Si spiega soprattutto in questo modo la differente percentuale di auto immatricolate a società in Italia (36%), rispetto agli altri Paesi europei come Germania (62%), Spagna (49%), Francia (43%) e Gran Bretagna (55%).
Anno 2012 |
|||
Paesi |
Totale mercato |
Privati |
Società /Aziende |
Italia |
1.401.955 |
64% |
36% |
Germania |
3.082.500 |
38% |
62% |
Spagna |
699.589 |
51% |
49% |
Francia |
1.898.872 |
57% |
43% |
Gran Bretagna |
2.044.609 |
45% |
55% |
L’autoveicolo costituisce per le aziende una voce di costo, in costante aumento, estremamente importante in considerazione dell’attuale struttura dei trasporti, delle esigenze e modalità operative e della conformazione del territorio.
E’ possibile stimare che la spesa per trasporti rappresenti in media circa il 6-8% dei costi complessivi sostenuti dalle aziende.
Il grave disallineamento in ambito UE, con la conseguente situazione di minor competitività delle aziende nazionali rispetto alle concorrenti europee su un asset così rilevante come l’auto aziendale, appare ancora più evidente se si raffronta la tassazione su un’auto aziendale media in Italia e negli altri Paesi UE (con un prezzo indicativo, Iva compresa, pari a 30.000 €).
Prezzo auto
30.000 € |
Italia |
Germania |
Spagna |
Francia
|
Gran Bretagna |
Deducibilità |
3.615 |
25.210 |
23.700 |
18.300 |
18.200 |
Detraibilità IVA (*) |
2.082 |
4.790 |
6.300 |
5.880 |
6.000 |
Totale |
5.697 |
30.000 |
30.000 |
24.180 |
24.200 |
(*) In base aliquote vigenti al 1.1.2013 in UE
Con specifico riferimento alla Germania, oltre alla minor aliquota (19% rispetto al 21% in Italia), la fiscalità tedesca prevede la totale detraibilità dell’IVA, mentre in Italia vige il 40%. A ciò si aggiunge la deducibilità dei costi relativi all’auto che per esempio in Germania è integrale, mentre in Italia è limitata al 20% di 18.076 euro. Ciò significa che, considerando IVA e le altre imposte, per un’auto da 30.000 € la somma di detrazioni e deduzioni fiscali, sempre in Germania, è di 30.000 €, mentre in Italia di 5.697 €. Importi simili o comunque sempre più vantaggiosi negli altri Paesi EU considerati.
Il noleggio veicoli volano per l’economia
Tale disparità di trattamento grava pesantemente sul mercato dell’auto aziendale, schiacciando le potenzialità del settore e danneggia la competitività delle nostre imprese, che sostengono un maggior costo nella produzione.
Beni e servizi prodotti dalle aziende italiane hanno
un costo superiore rispetto ai competitor europei!
Ed è un aspetto da valutare in sede di elaborazione delle misure di rilancio dell’economia nazionale, considerato che il debole andamento economico dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’area euro è particolarmente evidente proprio nella performance sull’export.
Come di recente evidenziato dal Centro Studi Confindustria, in questa fase di crisi e di credit crunch, la riduzione delle disponibilità finanziarie frena gli investimenti e la crescita. Sono necessari nuovi strumenti di finanza per le imprese insieme a interventi diretti a sbloccare il circolo vizioso credit crunch recessione.
In questo scenario il noleggio può intervenire positivamente e rapidamente su due aree:
- da una parte permettendo alle imprese di ridurre i costi di gestione del parco veicoli, da utilizzare in relazione alle esigenze produttive, temporanee e locali;
- dall’ altra consentendo maggiore attenzione al core business e, con il conferimento in outsourcing dell’attività , con la riduzione di impiego di capitali.
Il noleggio promotore di correttezza fiscale
Ulteriore importante elemento da considerare è il ruolo rilevante ed unico dell’auto aziendale come promotore sia di correttezza fiscale che di contrasto all’evasione. In particolare con il noleggio veicoli, ogni fase operativa sotto il profilo amministrativo e contabile è, infatti, strettamente e necessariamente congiunta ad ogni adempimento stabilito dalla normativa tributaria.
Si tratta di una funzione virtuosa svolta nell’ambito di un più moderno quadro di Fiscalità /Paese, che si dirama necessariamente nell’intera composita filiera di soggetti interessati e, aspetto non secondario, coinvolgendo le tematiche dell’ecologia, della sicurezza delle strade e dei costi dei trasporti.
Riordino della tassazione sull’auto aziendale
E’ pertanto necessario un riordino della tassazione dell’auto, semplificando, razionalizzando, riportando l’imposizione fiscale a quella media in Europa.
Occorre riprendere i lavori del disegno di legge sulla delega fiscale, interrotti dalle dimissioni del governo Monti, ricordandosi che proprio a dicembre scorso era stato condiviso il riordino della tassazione dell’auto, in base a principi di progressività , gradualità e con un forte sistema di monitoraggio correttivo.
E’ da rilevare che dall’inizio dell’anno, con l’entrata in vigore della minor deducibilità , si è registrato un calo di 24.000 immatricolazioni, con una prospettiva tendenziale a fine 2013 di oltre 80.000 unità di cui circa 25.000 per il noleggio, una riduzione complessiva per l’Erario di 350 milioni solo tra imposte dirette ed indirette attinenti la mancata immatricolazione.
Il Governo appena insediato, con cui si auspicano reali possibilità di confronto e maggiore interesse sul mondo dell’auto, in vista di una riforma più ampia della fiscalità applicata al settore, dovrebbe urgentemente prevedere l’innalzamento dell’attuale quota deducibile, scesa al 20% e di considerare un progressivo aumento della percentuale di detraibilità dell’IVA (oggi ferma al 40% e prorogata dagli organismi UE fino il 31 dicembre p.v).
Si tratta di intervenire sulle disposizioni contenute nel Testo Unico delle Imposte sui redditi (DPR n.917 del 1986) riportando il regime ante Riforma Fornero e sull’articolo 19-bis della normativa IVA (DPR n.633 del 1972 con molteplici vantaggi, in particolare:
a)Â Â Â Â effetti positivi sui bilanci delle imprese;
b)    maggiore disponibilità finanziaria
c)    veicoli più sicuri e minore impatto ecologico in ragione dell’evoluzione tecnologica;
d)Â Â Â Â semplificazione del regime tributario in linea con gli indirizzi della Commissione UE;
e)Â Â Â Â armonizzazione del prelievo sulle imprese in ambito comunitario.
Tali misure, inoltre, sono necessarie ed urgenti per contribuire a arrestare non solo fenomeni crescenti di elusione e di evasione fiscale (riguardanti specialmente tasse annuali e Rc auto), ma soprattutto per colpire la c.d. “estero vestizione dei veicoli†ovvero la targatura estera di veicoli già circolanti in Italia, effettuata per non pagare le tasse nazionali, o l’apertura di sedi all’estero per usufruire della minor imposizione tributaria.
L’intervento del legislatore permetterebbe il ritorno ad un ciclo di rinnovo del parco dei veicoli più coerente con la vita economica di questa peculiare tipologia di beni, con positivi effetti ai fini ambientali e della sicurezza stradale.
E’ estremamente urgente, pertanto, alleggerire il carico fiscale per rilanciare il segmento, volano per l’intero Sistema Paese, riportando la fiscalità dei costi delle vetture per le imprese italiane nella corsia delle imprese concorrenti europee.