“Per i giovani l’auto viene dopo smartphone e social network”

Il Rapporto Automotive di AlixPartners per gli Stati Uniti individua, tra le cause del crollo del mercato dell’auto, la “Generazione N” (i nati tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila), come “Neutral about driving” e indifferente alla guida. In Italia, i dati sui consumi di auto e di smartphone/social network mostrano segnali che lasciano intuire come un cambiamento in questo senso sia già in atto.

Torino, 5 ottobre – “In America la domanda di auto da parte dei giovani nati negli anni Novanta e 2000 è in forte calo. Tra le cause di questo fenomeno, oltre alla strutturale debolezza dell’economia che frena la domanda, si evidenziano anche mutamenti dei trend demografici: le quattro ruote non costituiscono più la priorità per i neo-maggiorenni (“Generazione N”, indifferente alla guida), sostituite dagli smartphone e, più in generale, da strumenti elettronici che consentono di restare sempre connessi. Anche in Italia questo scenario è ormai prossimo”.

Le valutazioni emergono dal Rapporto Automotive 2012, una ricerca condotta negli Stati Uniti dalla società di consulenza aziendale internazionale AlixPartners, i cui risultati saranno illustrati nel corso della manifestazione “Missione Auto” che apre i battenti oggi a Torino e si protrarrà fino a domani; l’analisi sarà approfondita questo pomeriggio al Circolo dei Lettori di Torino durante un incontro sul tema “Come vivono l’auto i giovani, tra connessione irrinunciabile e gestione dello spostamento”, che vedrà anche la partecipazione del sociologo Francesco Alberoni.

“Missione Auto” è la manifestazione promossa da AMOER, Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile per denunciare le continue vessazioni sull’auto, proporre analisi e soluzioni concrete per superare la crisi del settore, riscoprire l’emozione e la passione per le quattro ruote.

Lo studio di AlixPartners sul mercato americano, dove tradizionalmente emergono con anticipo tendenze destinate ad estendersi anche in Europa, evidenzia una netta contrazione nei consumi di auto che si protrarrà nei prossimi anni: al termine di quest’anno le vendite di vetture in USA si attesteranno sui 14,3 milioni di unità, mentre nel 2015 quelle di Stati Uniti e Canada non supereranno i 16 milioni.

Secondo la ricerca, l’industria americana dell’auto sta “patendo” l’affermarsi della generazione “N” dove “N” sta per “Neutral about driving”; si tratta in particolare dei giovani tra 16 e 29 anni tra i quali la penetrazione di neo-patentati è scesa di quasi 10 punti percentuali dal 2001, attestandosi poco sopra il 50%; questi giovani appaiono infatti attratti dagli smartphone e dalla connettività più che dal desiderio di indipendenza e libertà che l’auto ha rappresentato per le generazioni precedenti.

“Complessivamente”, si legge nella ricerca, “i cambi generazionali sono considerati responsabili fino al 15% della diminuzione della domanda di auto nel Nord America: circa il 13% di questa diminuzione è attribuibile ad un minore uso dell’auto (la maggior parte riferita ai ‘Baby Boomers’, persone nate tra il 1945 ed il 1964) e circa un 2 % identificata nella tendenza a guidare sempre meno (la maggior parte riferita ai ‘Millenials’, persone nate tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila e ad altre persone giovani)” .

“Questa ‘Generazione N’, che pesa come quella dei ‘Baby Boomers’ e che è cresciuta con Internet piuttosto che con l’auto, – evidenzia Giacomo Mori, Director di AlixPartners – potrebbe rivelarsi come un fattore determinante nella riduzione della domanda. I grandi cambiamenti demografico-generazionali hanno evidenziato come i ‘Millenials’ (nati tra anni ’90 e 2000) e altri giovani abbiano meno interesse per l’ auto rispetto alle generazioni passate, mentre i ‘Baby Boomers’ (’45 –’64), invecchiando, hanno semplicemente meno motivi per guidare”.

Fin qui l’analisi sulla riduzione di domanda del mercato a stelle e strisce. In Italia, la crisi del mercato automotive e i dati sui consumi di auto e di smartphone/social network mostrano segnali che lasciano intuire come un cambiamento in questo senso stia già avvenendo. A conferma di questo trend, alcune elaborazioni su dati Google, curate dalla Task Force dell’Automotive (un team di economisti, giornalisti, docenti universitari e manager all’interno di AMOER – Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile), attestano come ad oggi il 28% degli italiani possieda uno smartphone; di questi il 54% lo usa per collegarsi ai social network, mentre il 75% ci si collega a Internet e il 70% invia email. In generale, il 70% della popolazione è ormai connesso e oltre il 90% dei connessi usa i social networks.

Ne emerge uno scenario digitale, che riguarda soprattutto le giovani generazioni, per il quale: cresce l’utilizzo degli smartphone, utilizzati principalmente per navigare sul web, inviare e-mail, effettuare ricerche e controllare quotidianamente (e più volte al giorno) lo stato dei social network; l’Italia è entrata da poco nella top 10 dei paesi con maggior diffusione di Internet.

“Se rapportiamo questi dati sull’aumento dei consumi digitali con il calo delle visite nelle concessionarie, l’aumento indiscriminato delle tasse sulle quattro ruote e dei costi per il suo mantenimento e con la tendenza ormai diffusa dei maggiorenni a prendere la patente ben oltre i 18 anni – commenta Pierluigi Bonora, giornalista e Presidente di AMOER – appare chiaro come anche in Italia per i giovani nati tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila l’auto non costituisca più una priorità e lo strumento ineludibile di mobilità e libertà individuale. L’esigenza di connessione simultanea e continua ha posto l’auto e la mobilità, più in generale, in secondo piano. Missione Auto lancia alle case automobilistiche e al settore questo allarme. Occorre che la filiera corra subito ai ripari per evitare di trovarsi drammaticamente spiazzata, come è accaduto in altre occasioni e per altri motivi. Recentemente il capo della comunicazione di una casa automobilistica estera ha ipotizzato, ironicamente, che bisognerebbe inventare un tablet con le quattro ruote…”.

“E’ in atto un vero e proprio cambiamento culturale e valoriale. I segnali sono evidenti nei mercati in crisi, ma non mancano in quelli in crescita o con buone potenzialità di sviluppo”, evidenzia Gabriele Bordon, Coordinatore della Task Force AMOER, il quale che evidenzia come “per intercettare la ‘Generazione N’ è necessario andarle incontro e condividere gli stessi percorsi, offrendo sul web una vera Agorà dell’Auto.”

“Ritengo sia finita l’era dell’automobile come oggetto del desiderio – dichiara il sociologo Francesco Alberoni a commento dei risultati della ricerca promossa da AlixPartners – perché alle strade e alle autostrade del mondo si sono aggiunte le autostrade del web in cui ti sposti istantaneamente e incontri chiunque. L’automobile resta e continuerà ad essere lo strumento più pratico, più comodo, più divertente con cui  ogni singolo individuo può spostarsi, quando vuole, con chi vuole, alla velocità che desidera, andando dove gli pare, raggiungendo luoghi dove nessun treno superveloce, nessun aereo o nessuna autostrada virtuale potrà scaricarlo. Questo mi sembra il punto di partenza per pensare al suo sviluppo futuro: il rapporto stretto dell’automobile con il nostro io e la sua infinita duttilità”.